giovedì 4 febbraio 2010

Sulle spalle dei giganti



Francisco P. Moreno, detto "Perito", è un personaggio fondamentale nella storia argentina. Studioso, esploratore e archeologo, venne nominato perito per le sue capacità e l'impegno dimostrato nello stabilire i confini andini tra Cile e Argentina a favore di quest'ultima. È presente nella vita quotidiana di questo paese nelle strade a lui dedicate dappertutto, un po' come le nostre vie Cavour o Garibaldi. Perito Moreno è anche il nome di una montagna, di un fiume, di un lago, persino di un piccolo paesino nelle steppe patagoniche. Indubbiamente, però, la sua fama turistica è legata all'omonimo ghiacciaio, 80 chilometri a ovest di El Calafate. Il Perito Moreno è la grande attrazione del sud, quella che attira gente, sempre e comunque.

L'agenzia a cui ci affidiamo definisce "alternativa" l'escursione. Forse solo nel nome. È però vero che le altre agenzie non passano attraverso la strada vecchia che giunge al ghiacciaio, dove è possibile vedere alcune delle estancias tanto famose in queste terre, con tanto di animali tipici a fare da sfondo. La foto che apre il post è un piccolo esempio della vastità dei possedimenti dei proprietari terrieri. Qui di seguito vediamo mamma Barison allattare un cucciolo di Guanaco. Dalla sua espressione si può solo dedurre cosa stia pensando. Credo qualcosa tipo "A questi gli dai il biberon e ti ciucciano tutto il braccio!"

Da qui ci immettiamo nella strada che ci porta alla penisola di Magellano, una serie di tornanti inizia a regalarci la vista del ghiacciaio un pezzo alla volta. All'ultima curva prima della grande apparizione, la nostra guida  cerca di creare un'atmosfera di attesa facendo partire un medley che parte con la nona sinfonia di Beethoven, per passare al conto alla rovescia della partenza dell'Apollo verso la luna, fino a concludere con la famosa sigla di Guerre Stellari alla vista del ghiacciaio.
Quando si scrive - una lettera, un articolo, un blog, anche un sms al cellulare - la linea che divide la banalità dall'originalità è sottile, è un cristallo che può rompersi in qualsiasi momento. Non si può descrivere un fenomeno naturale di tale portata in quattro parole. È semplicemente necessario - e qui si cade nel banale - essere presenti fisicamente sul posto, con tutti e cinque i sensi all'erta. Non si può descrivere la maestosità di qualcosa che è immensamente lì e se ne frega di due-trecento persone armate di macchina fotografica, in attesa di un sussulto. Il rombo spaventoso dei pezzi di ghiaccio che si staccano e cadono nel lago, il bianco allucinante delle pareti della bestia, i condor che la sorvolano... niente di tutto ciò potrà mai fuoriuscire dalle parole o dalle fotografie. L'emozione alla vista di qualcosa di  totalmente inaspettato è grande.

Qui sotto alcune delle foto scattate. Sono stato anche abbastanza fortunato da riprendere la rottura di qualche pezzo di ghiaccio.


Prossima tappa: Ushuaia e il mondo alla fine del mondo.


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5 commenti:

  1. Bellissimo cazzo...che emozione immaginarvi la`!!
    Anche stanotte vado a dormire contento, col pensiero che state meravigliosamente bene...
    le foto del ghiacciaio sono stre-pi-to-se!!

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  2. bello...bello ed ancora bello.

    le sensazioni descritte dalla tua mano vengono riportate alle nostre menti in modo stupefacente.
    Forse non possiamo permetterci di "sentire" il maestoso boato di un pezzo di ghiacciaio vecchio centinaia di anni, che si stacca ed affonda nel mare, ma....
    grazie.

    Per noi, alle porte di Milano e brianza...
    ...il sentirlo descrivere da te, ci fa stare bene.
    La mente viaggia con voi.

    Grazie.

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  3. Maledetto pax, finalmente ti sei firmato... il catta ha l'abbronzatura tipo fiammifero, giusto per informarti...

    e un saluto anche alla Brianza :)

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  4. Grazie Mauro... purtroppo non posso metterle tutte, ma è dura scegliere

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Ci muoviamo a scrivere questo commento? Non è che posso aspettare tutto il giorno... e firmati, CRIBBIO!