sabato 20 febbraio 2010

Italiani strana gente


Si incontra davvero tanta strana gente lungo il cammino. E quanto più si crede di conoscere un certo tipo di persona, più si viene sorpresi ad averle catalogate male.

Esistono tanti tipi di italiani, ma uno come Massimo non mi era ancora mai capitato di incontrarlo. A suo modo, ricorda l'Abatantuono viuleeeento dei tempi andati, scurrile e caciarone, nonostante sia bresciano. Lo conosciamo sulla maledetta nave cargo Puerto Natales - Puerto Montt, e da lì si unisce a noi per visitare l'Isola di Chiloè. Sui 45 anni, la cosa che colpisce di più è la sua chiassosa e sempre improvvisa risata. Si vede che è uno che ne ha viste parecchie e infatti ha girato i cinque continenti in lungo e in largo. Ha un sacco di aneddoti da raccontare, ma tutti condividono il medesimo incipit: "Cazzo, una volta...", da quella volta in Cina in cui il tassista non conosceva la strada e ha dovuto guidare lui, fino alle avventure amazzoniche, in cui ha dovuto assaggiare cervello di scimmia crudo per paura di far arrabbiare gli indios con cui era venuto a contatto. Verità? Fantasia? Chissà!
Il giorno prima che le nostre strade si separino ci porta a bere in un bar, che si rivela poi essere una birreria a metà strada tra un bordello e una casa chiusa per la gente del posto. Ce la ridiamo, e tra un "hola mami," e un "mi amor" alle signorine, Massimo ci racconta la sua vita. Che potrebbe riempire il quaderno di appunti di Salgari per un altro paio di romanzi di Sandokan. Quando ci racconta dei momenti difficili della sua vita lo fa con tanta sincerità che ci risulta impossibile non credergli: la sua carriera da motociclista, l'incidente, l'ex-moglie, la vita da camionista...

Purtroppo non gli ho chiesto il permesso di scrivere di lui, quindi dovrete accontentarvi di questo. Ma non dimenticate di chiedermelo dal vivo, perché è una storia che merita di essere raccontata. E anche i miei aneddoti, a quel punto, inizieranno con "Cazzo, una volta..."

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