lunedì 8 febbraio 2010

Oltre le colonne d'Ercole



O anche: oltre le frontiere d'Ercole. Per giungere al mondo alla fine del mondo, il punto più australe del nostro pianeta o presunto tale, c'è di mezzo... la FRONTIERA!

Il nostro autobus somiglia più a un mezzo antisommossa, come si vede dalla foto. Pare che lo sport preferito dei ragazzini sia quello di lanciare sassi contro gli autobus, per questo le tendine dei finestrini sono sempre tese, per rimbalzare eventuali oggetti non identificati. Quando gli chiedo se ci dobbiamo preparare a una guerriglia urbana, l'autista mi rassicura e dice che quella è solo una precauzione, poichè la strada non è asfaltata e le pietre possono rimbalzare ovunque. Un'altra strada non asfaltata? Quasi quasi preferivo i ragazzini!
Come se non bastasse, il televisore dell'autobus non prevede alcun film per le prime due ore di viaggio. In compenso ci spara la discografia completa, sottoforma di videoclip da soap opera, di Marco Antonio Solis, un incrocio preoccupante per il futuro dell'umanità tra Biagio Antonacci e Gigi D'Alessio.

La provincia argentina della Terra del fuoco è irraggiungibile senza prima passare attraverso il Cile. Dogana, frontiera, timbri e passaporti sono concetti astratti per un viaggiatore europeo nell'Europa Unita. Il viaggio che ci porta a Ushuaia parte alle 3 di notte per arrivare alle 11 di sera. Perchè? Perchè i doganieri sono alquanto pignoli in Cile. Arriviamo alla prima frontiera e dobbiamo scendere per farci timbrare l'uscita dall'Argentina. In più, i nostri zaini devono passare attraverso il metal detector e, cosa più importante, non possiamo avere frutta con noi. FRUTTA? Non hanno fatto storie per il mio coltellino svizzero e ti trattano come un contrabbandiere per un po' di frutta?
Un'ora dopo, mentre aspettiamo non si sa cosa nell'autobus, riscendiamo per andare nella parte cilena dello stesso edificio a ottenere il timbro di entrata in Cile. Le loro richieste sono tutto sommato ragionevoli: devono soltanto far passare gli zaini attraverso il metal detector e assicurarsi che non stiamo introducendo frutta nel paese. A quel punto, la bestemmia corre sulla bocca di tutti i passeggeri, c'è anche chi tira fuori un calendario perchè ha già finito i Santi da invocare in tutta blasfemia. Finalmente siamo in terra cilena. Ora ci tocca soltanto attraversarla per giungere di nuovo in Argentina e ripetere le operazioni di cui sopra altre due volte, stavolta per uscire dal Cile e rientrare in Argentina. Scatta il piano per svaligiare un fruttivendolo ma poi ci ripensiamo.

Arrivati finalmente a Ushuaia, è già tempo di escursioni. L'Antartide è troppo lontana e costa sui 4000 euro. Capo Horn è più vicino ma i prezzi sono ancora proibitivi. Ci accontentiamo di un giro in barca a vela sul Canale di Beagle. È un'escursione intima ed esclusiva: oltre a noi quattro, ci accompagnano soltanto Miguel Angel, venezuelano, e Simone, svizzera. La barca si chiama If..., Se..., come la famosa poesia di Rudyard Kipling. Mariano, che è anche la nostra guida, ed Ezequiel sono i nostri timonieri. 

Non credevo che una terra tanto inospitale (nei miei pensieri) potesse invece rivelarsi tanto rigogliosa. Dopo una mezzoretta di vela sbarchiamo sull'isola H, chiamata così a causa del pezzo di terra che lega due isolotti, dandogli la forma dell'H. Qui madre Natura ha deciso di sbizzarrirsi: cormorani, elefanti marini in abbondanza, ma anche molte specie di fiori e piante che possono crescere solo qui. Alcuni licheni, infatti, hanno bisogno di aria purissima per potersi sviluppare. Il centro di Milano non sarebbe certo il posto più adatto. 

La navigazione prosegue tranquilla. Nonostante il cielo sia inondato dalla luce del sole, il freddo è intenso. Abbiamo addosso due paia di tutto, guanti, calzini, pantaloni, magliette, perfino due giacche. Tutti gli strati esterni sono anche antivento, ma il vento non lo sa e ci taglia comunque in due dal freddo. Quando il simpatico Mariano ci vede tremare, inizia a raccontarci la storia degli indios Yamanas, la tribù che abitava pacificamente la Terra del Fuoco fino a quattrocento anni fa, quando l'arrivo dei missionari causò l'inizio della loro scomparsa. Pare che i buoni missionari, vedendo questa gente andarsene in giro nuda (NUDA!), modello Adamo ed Eva autunno inverno, avessero deciso di educarli ai vestiti, convinti che i poveracci avessero freddo. Invece, gli Yamana ai vestiti non si abituarono mai, non tenevano al caldo come il grasso degli elefanti marini che usavano per isolare la pelle dal vento. Oltre ai vestiti, i missionari portarono anche nuove e sconosciute malattie che segnò la fine di questi simpatici indios che perfino Charles Darwin, quando navigò questi mari sul Beagle (da cui il nome dello stretto), giudicò totalmente insulsi e inutili. Viva l'evoluzione.

Alla fine dell'escursione raggiungiamo il faro alla fine del mondo, reso famoso dal romanzo di Jules Verne, "Il faro in capo al mondo". In realtà, il punto più a sud del mondo non è qui, ma, appunto, ancora più a sud, sull'isola di Navarino, dove sorge il piccolo villaggio di Puerto Williams in terra cilena. Salutiamo Mariano, la guida più preparata e simpatica che io abbia mai conosciuto e andiamo a farci tre docce calde a testa in ostello.

C'è soltanto il tempo di fare una visita al parco nazionale di Ushuaia per ottenere il timbro pìù a sud del mondo per i nostri passaporti e scappare via, verso terre cilene e, si spera, un pò più calde.



Prossima tappa: Cile, Puerto Natales e il parque nacional Torres del Paine

5 commenti:

  1. Oh my God!!

    I'm speechless.

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  2. Bella La storia alla fine del mondo!
    Nonostante il freddo e le varie attese doganali che hanno reso la tua penna un po' meno poetica, direi che anche questa volta hai fatto sognare!!
    :)

    freschino sul parallelo dell'antartide eh?!
    mi sarebbe piaciuta una foto con uno di voi coperto come un manichino dei cinesi ed un indigeno locale nudo !!
    Ringraziamo quindi l istituzione della chiesa per quest'ennesimo regalo.
    :)

    yeah !

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  3. Paolo, la prssima volta invitiamo te per tirare fuori le mani dai guanti e scattarci una foto :)

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  4. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHAHAHAHAHHAHAH MA INSOMMA SEI DOVUTO ARRIVARE IN CAPO AL MONDO PER FARTI FOTOGRAFARE CON GIANFRANCO U CAMMELL!!!!!!!AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHAHAHAHAHAHAHAHAHA E' UGUALE AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH

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  5. ahahahahah, e non ti dico quando ho visto il sosia di Paolino... mi so messo talmente a ridere che me lo sono fatto scappaer prima di fargli una foto...

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Ci muoviamo a scrivere questo commento? Non è che posso aspettare tutto il giorno... e firmati, CRIBBIO!