giovedì 21 gennaio 2010

La mano de Dios, Evita e tutto il resto...



Prima giornata a Buenos Aires e decidiamo di toglierci subito il dente: gita nel quartiere meno sicuro della città, La Boca, per testare le nostre facce da turista. Per un attimo penso che la gente del quartiere avrebbe tutto il diritto di lasciarci in mutande. Ma La Boca è il quartiere della povertà e dell'allegria. Il colore con cui sono dipinti i muri delle case sembrano far dimenticare per un attimo ai suoi abitanti le condizioni in cui vivono (che non sono comunque le peggiori di Buenos Aires). Tutto ha origine negli anni '50, quando un giovane pittore, Benito Quinquela Martìn, spinse gli abitanti del quartiere a portare  tutti i baratoli di vernice di cui erano in possesso per dare vivacità alle case. Il fatto che non si trovassero due persone con lo stesso colore non sembrò essere d'impedimento. E fu così che nacque "El Caminito", la via con le case multicolore. A onor del vero, il quartiere è diventato una trappola per turisti, resta pericoloso più che altro di sera, ma in fin dei conti merita sempre una visita.
La Boca è anche il quartiere che ospita il celebre Boca Juniors, squadra di calcio fondata più di cent'anni fa da immigrati genovesi. La Bombonera, il suo stadio, è la nostra prima visita. Ed è qui che avviene la prima grande sorpresa, che da sola vale l'intero prezzo del biglietto aereo. Lascio spazio alla foto che nessuna parola potrebbe descrivere:





Dopo il dio per i muchachos del pallone, è l'ora di pagare visita al mito delle donne (e non solo) argentine, la presidentessa più amata della storia, Eva Duarte de Peron, Evita per l'amato popolo argentino. La sua tomba si trova nel cimitero di La Recoleta, in una giungla di mausolei e sculture maestose dove sono seppelliti i  personaggi che danno il nome alle vie di mezza Buenos Aires. Eppure, solo Evita continua ad avere fiori freschi ai suoi piedi. Altre tombe sono invase dalle ragnatele, altre ancora sembrano esser state scassinate, alcune hanno un lucchetto arrugginito a custodirle. È alla vista di questi lucchetti che mi lascio scappare una, leggermente blasfema, battuta: "Forse sono chiusi per lutto!"


Tra le viuzze di San Telmo, in un posticino rustico di nome Desnivel, decidiamo di svezzare i nostri stomaci con la famosa e tanto decantata carne argentina. Le bistecche alte due dite ricoperte da una montagna di patatine che Tex Willer divorava in ogni sua avventura sembrano degli hamburger di McDonald cucinati male a confronto. Senza esagerare più di tanto, abbiamo mangiato un chilo a testa di carne per un paio d'euro. Da qui entriamo in un locale a prima vista carino, attirati da due ballerini di tango che si apprestano allo spettacolo. Bravi, per carità, ma se oltre a noi c'era un solo altro tavolo occupato qualcosa avrà pur voluto dire. Peccato non essere andati a un vero spettacolo di tango.

Resta ancora una giornata per un'escursione fluviale nell'estuario di Tigre, cittadina a nord-ovest di Buenos Aires, a cui si arriva prendendo il treno più rumoroso che storia ricordi. È qui che aggiorniamo il bilancio degli italiani incontrati per strada: una simpatica ragazzotta piemontese di 75 anni, in Argentina da quando aveva 4 mesi... forse non fa neanche testo.


C'è giusto il tempo per poter dire "io c'ero" alla tappa finale di una competizione che, fino a qualche anno fa, si chiamava Parigi-Dakar, prima di rimetterci di nuovo in cammino.

Prossima tappa Puerto Madryn. Ci aspettano 18 ore di autobus. Iniziamo  solo ora a renderci davvero conto della immensità di un continente che sulle cartine geografiche appare sempre a misura d'uomo. (In realtà sto scrivendo già da Puerto Madryn, le 18 ore si sono poi dimostrate essere solo 15 e sono scivolate via tra un libro e una dormita.)

Si aprono i cancelli della Patagonia.

(Questa è la mappa-itinerario che indica il percorso seguito finora, cercherò di aggiornarla dopo ogni post.)


Ver Sudamerica per caso en un mapa más grande

8 commenti:

  1. "È alla vista di questi lucchetti che mi lascio scappare una, leggermente blasfema, battuta: "Forse sono chiusi per lutto!"...dopo questa la temperatura s'è fatta polare. Ora so cos'è quel senso di vuoto in canteen all'ora del pranzo... mncano le tue freddure :) sono rimasti solo gli aneddotti del Luxa.

    Con la bistecca mi hai quasi convinto... mi sa che vi raggiungo...

    Max

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  2. faaaaame...un kilo di carne e patatine...a un euro??? ma la foto col dio è un fotomontaggio?? hai avuto tempo per fare un fotomontaggio?

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  3. bella storia!! che viaggio che vi state sparando !!
    ma cosa ci fa maradona al Boca?!
    adesso capisco perche' non ci sono piu' le righe del campo da calcio nel La Bombonera !!
    :D

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  4. ma quello nn può essere diego, no??? pare troppo giovane...nooo nun è iss!!!

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  5. quello è il tarocco di diego made in naples..
    bravi bravi..vi state spostando sempre più a sud..tra poco rimpiangerete i 40 gradi dei giorni scorsi..mo accummincia a fa fridd..

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  6. Da quando in qua Diego e` alto 1 metro e 70?

    Ziiiitto cazzaro!!!

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  7. @ Max: eeeh sì, vi dovrete accontentare delle cazzate di un traduttore soltanto... a proposito, news da quel punto di vista?

    Vedo che la foto fatta alla Bombonera con Diego non ha convinto quasi nessuno... un fotomontaggio al museo dello stadio che mi è costato pure caro...

    grazie all'anonimo per puntualizzare sempre in modo così carino

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  8. Impostore! io ci ho quasi creduto che fosse Diego, cmq continua cosi' Ale, mi pare che stia avendo the time of your life :)

    Mauro

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Ci muoviamo a scrivere questo commento? Non è che posso aspettare tutto il giorno... e firmati, CRIBBIO!