lunedì 1 marzo 2010

Tutto torna

Se non avete passato l'ultimo weekend in vacanza sulla luna, sapete bene quello che è successo. Sono finalmente riuscito ad avere notizia di tutte le persone che ho conosciuto durante la mia permanenza in Cile, l'ultimo proprio stamattina. Chi più, chi meno, stanno tutti bene.
Chi segue questo blog da un po' di tempo sa che parlavo di una destinazione misteriosa, che era alla base della momentanea separazione con Giada, Mattia e Alessandro. Mi trovo sull'Isola di Pasqua, questo qui sotto è il post che avevo già preparato prima che succedesse il disastro. Quindi, fatevi un favore e fingete di non sapere dove mi trovo.

Mancano un paio d'ore alla partenza per Santiago del Cile e ho appena iniziato a preparare il mio bagaglio a mano, seguendo i miei soliti rituali prima di ogni volo: scelgo il libro da leggere a bordo, ricarico il lettore mp3, mi ricordo del cuscino da viaggio e di infilare anche un maglione anti aria condizionata. Arrivo all'aeroporto, metto a tacere il mio stomaco con un paio di panini e per non correre rischi compro da bere e da mangiare per il viaggio. SCIOCCO! Sto volando con LAN, la compagnia nazionale cilena, mica con Ryanair...! A bordo si trovano giornali e riviste, cuscino e coperta. Uno schermo multimediale incastonato nel sedile di fronte permette di intrattenersi con film, serie tv, giochi, video, documentari e musica. E ovviamente è incluso anche il pranzo. Mi tocca un salmone leggermente sapor plastica, ma almeno evito i ravioli alla finta ricotta che la mia vicina sembra apprezzare. 
E a proposito di vicina, C. entra di diritto nella galleria dei Personaggi (con la P maiuscola) di questo viaggio. E ci entra dalla porta principale dopo avermi raccontato il modo in cui ha deciso di concedersi una vacanza in Sudamerica. Una sera in veranda a osservare il tramonto su Città del Capo, il sole che scompare dall'orizzonte sudafricano e - mi dice tra il serio e il faceto - il sapore di una canna le fanno chiedere che direzione abbia preso il sole. Il mappamondo le svela che si è diretto verso Buenos Aires. Da lì è stato facile fare due più due e allontanarsi per la prima volta dai suoi due figli per godersi un po' il mondo. Dopo aver collezionato un'altra bandierina da incollare sul mappamondo del "vieni a trovarmi, mi raccomando", le nuvole iniziano a diradarsi e a far intravedere il segreto di questo volo. Un'isola in mezzo al Pacifico, anticamente chiamata Te pito o te henua, l'ombelico del mondo. "Signore e signori, è il capitano che vi parla. Stiamo per atterrare sull'Isola di Pasqua. Sono le 17,50 ora locale e la temperatura attuale è di 26 gradi."
Tempo fa, in Argentina, ci eravamo fermati ad applaudire un artista di strada. Quando il malcapitato di turno del pubblico gli lancia le due torce infuocate da prendere al volo sui trampoli, il giocoliere, puntando minacciosamente le torce verso il poveretto e tra le risate del pubblico, esclama: "Ricorda, nella vita tutto torna indietro!"
Ritorna la mia passione per i misteri di questo mondo, e quale mistero più misterioso dei Moai presenti sull'isola? E ritorna una poesia che avevo dimenticato da tempo, una delle mie preferite, giovane sbarbatello liceale: l'Ulysses di Lord Alfred Tennyson. Non so di chi sia la traduzione (un po' libera a dire il vero) di questo pezzetto della poesia, ma l'ho preferita alla versione di Giovanni Pascoli, un po' datata - chi di voi conosce la parola neghittoso alzi la mano!

Tutto ciò che incontrai nel mio andare ora fa parte di me.
E quello che ho visto è una porta che si apre sul nuovo:
e più vado avanti più vedo i confini lontani.
È penoso fermarsi, darsi un confine, non splendere più,
arrugginiti, perché si rimane inattivi.
Fingendo che il vivere sia respirare! Una fila di vite
non mi basterebbe; e non mi resta che un poco dell'una che ho.
Eppure quel poco è un momento rubato all'eterno silenzio, e porta con sé
cose ancora da fare, e vile sarebbe per questi pochi anni
restare in disparte con questo mio spirito grigio
che brucia e che sogna ancora il sapere: la stella che cade
lontano, là dove l'umano pensiero non sa immaginare.

Venite amici
che non è tardi per scoprire un nuovo mondo.
Io vi propongo di andare più in là dell'orizzonte
e se anche non abbiamo l'energia che nei giorni passati
mosse la terra e il cielo
siamo sempre gli stessi:
unica, eguale tempra di eroici cuori.
Indeboliti forse dal fato
ma con ancora la voglia
di combattere, di cercare, di trovare e di non cedere.


L'Isola di Pasqua è uno dei miei nuovi mondi. In attesa di scoprire gli altri.

9 commenti:

  1. Paurosa la sinergia col mio pensiero attuale.
    Ritrovo nelle tue parole un conforto n questo momento che vede l' Italia e la bambagia che la riempie, una morsa letale per le mie spire da predatore.

    Forse e' intrisecamente questo il significato di vivere.
    Il raccontare.

    Seguo il tuo blog dall' inizio, perche' altrimenti ti avrei seguito anche prima.
    Spero che tu possa seguire il mio, tra poco.

    Il viaggio. La scoperta di se stessi e del mondo. Il ringiovanire grazie all esperienze, il rinvigorirsi nel parlare con persone che "ce l'hanno fatta" a fare cose che per una persona STATICA risultano montagne insormontabili.

    Il tuo Ulisse e' un faro, riflesso in mille altre poesie e racconti di altre persone, poeti e, se vogliamo, asceti.
    Geni della vita.
    Mica innovatori dell' Economia....mica Premi nobel per la pace con centinaia di militari pronti ad assediare in terre da "democratizzare"....mica ciarlatani.

    e = mc2

    Lui e' per me il migliore.

    Bravo Ale.
    Ormai ti chiamo cosi'.
    Sei un Eccelso cittadino del mondo. Ed una fantastica anima.

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  2. Grazie Amicccc per la foto che mi hai mandato...è pazzesca!!

    Dovresti pubblicarne qualcuna (di Easter Island) in più qui sul bloggone...

    La poesia di Tennyson è bellissima...non la conoscevo.
    Adesso la conosco e mi sento una persona più ricca.
    Grazie a te.

    Bravissimo.

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  3. mi emozioni. grazie. e la poesia di tennyson, poi. la cerco in inglese.

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  4. @ Paolo, se la vedi così non puoi far altro che uscire dall'Italia a prendere una boccata d'aria... ti diranno che stai scappando da te stesso, che sei un codardo, che volti le spalle ai problemi che tu dovresti partecipare a risolvere... Stronzate... e credimi, quando i tempi saranno maturi per cercare di risollevare la situazione italiota, di gente che è uscita fuori con la mente più aperta ce ne sarà bisogno...

    @ Pax, per le foto qui sul blog c'è da aspettare, ci metterei troppo a caricarle con questa connessione.

    @ Ro, ;)

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  5. te lo ricordi il film "Rapa Nui"?? Non è che in questi giorni extra sull'isola ti stai allenando x le prove di forza che servono x sposare la figlia del re??..

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  6. Il sindaco del villaggio è una donna, quindi posso puntare direttamente al capo, altro che figli...

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  7. neghittoso eh? è un po' come ciaspola... dobbiamo crederci che questa parola esista davvero? ;-)
    grazie per aver condiviso la poesia, non la conoscevo ma ora non ho scuse, cercherò di smettere di stare in disparte...
    e grazie per le emozioni che dai con parole e foto...
    take care!

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  8. Cicerone ha detto: "...nihil studii reliquentes quod sibi possibile est"!

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  9. @ Giulia, esatto, ciaspola era proprio qwuello che avevo in mente come paragone :P
    spero che le foto dell'isola ti piacciano ;)

    @ grazie all'anonimo per la citazione di Cicero, ma come lui ben sa, l'ultima volta che ho toccato un libro di latino non avevo ancora la patente.

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Ci muoviamo a scrivere questo commento? Non è che posso aspettare tutto il giorno... e firmati, CRIBBIO!