lunedì 15 marzo 2010

Il mondo visto da un divano

Non prenderò una lira, ma vorrei fare un po’ di pubblicità a un sito che reputo molto interessante: http://www.couchsurfing.com/, letteralmente, navigare sui divani di tutto il mondo e conoscere culture diverse dal “dietro le quinte”. Funziona così: al sito sono iscritte persone dai quattro angoli del globo, si cercano i membri della città in cui si andrà e si chiede ospitalità per qualche giorno. La mia prima esperienza si chiama Alejandro. Casa sua sembra un ostello. Infatti Gulcan, una ragazza turca, sta ricevendo la stessa ospitalità e nel pomeriggio sarà la volta di JéBé (JB o Jean Baptiste) ed Emilie a entrare in casa. Alejandro e sua moglie Julia ci accolgono col sorriso smaliziato di chi ha già ospitato altri navigatori, mentre io e Gulcan siamo alla prima esperienza e JéBé ed Emilie alla seconda. 
Alejandro è il perfetto cicerone, ci accompagna nelle strade di Valparaiso come se fossero i corridoi di casa sua. Il fatto che all'università abbia dato un esame sulla propria città (?) gli rende facile riempirci la testa con abbondanti aneddoti.
Valparaiso è una città atipica, a quanto pare non molto amata dal resto dei cileni. È una città bohemienne, con le sue università e le sue idee giovani, le case colorate, i murales e gli ascensores che collegano il centro con le colline periferiche. Non è mai stata ufficialmente fondata. Era popolata, infatti, dalle varie comunità che vennero qui a stabilirsi, tedesca, inglese, italiana. L'amalgama tra queste fu così perfetto che la città eresse una peculiare statua della giustizia davanti al tribunale. La dea non è bendata e non brandisce in avanti la bilancia, a confermare che la parola tra gli uomini bastava a evitare problemi.
Ho trascorso tre giorni di relax turistico totale a Valparaiso. Quando il terremoto si è affacciato da queste parti ero già sull'Isola di Pasqua, ma ho dovuto aspettare un paio di giorni prima di ricevere un'email da Alejandro e Julia. Sono ritornato a Valparaiso per un saluto veloce. A volte l'istinto è più forte della ragione. Alejandro e Julia si sono ritrovati, loro malgrado, a vivere una "piccola odissea", come titolava anche il giornale di Valparaiso, alla ricerca di Danielito, il figlio undicenne dei due. Scrivo qui sotto alcuni pezzi tradotti dall'email che Alejandro mi ha inviato qualche giorno fa.

Il terremoto ci ha colti nel sonno. Era davvero forte, la casa si muoveva tutta. Pensai che sarebbe crollata. Siamo scesi in cucina, mentre i vetri delle finestre si rompevano. Al termine della scossa non c'era né acqua né elettricità, e nemmeno conoscevo lo stato strutturale della casa. Eravamo convinti che fosse un bene che Daniel non si trovasse in casa con noi, pensando che l'epicentro fosse a Valparaiso. Verso le 4,30 di mattina qualcuno portò una radio che ci informò che l'epicentro era a Concepcion (650 chilometri a sud), la città in cui nostro figlio stava passando le vacanze con mia madre. Julia iniziò a disperarsi. 
Tornammo a casa, prendemmo uno zaino, un po' di soldi e uscimmo per andare a casa di mia madre a prendere l'auto. Ci siamo subito diretti verso sud, passando a fare benzina. Non c'erano stazioni aperte in città, a causa del corto circuito elettrico. Trovammo una pompa di benzina per strada e ci fermammo a fare rifornimento. Arrivati a Santiago, ascoltammo una radio che trasmetteva notizie sul terremoto, ma ancora non si sapeva nulla di Concepcion, né di Talcahuano (città dove si trovava Daniel, a 10 chilometri a sud di Concepcion), ma si sapeva che uno tsunami aveva colpito la città e che i morti potevano arrivare (in quel momento) fino a 50. Man mano che avanzavamo si vedevano case al suolo, morti per le strade, desolazione da tutte le parti. A Parrall (450 chilometri a sud di Valparaiso) abbiamo visto le cose peggiori del viaggio: tutta la città era caduta e i morti si contavano a decine. Gli aiuti ancora dovevano arrivare, siamo stati tra i primi ad andare verso sud, per questo si vedeva di tutto. Gente che sanguinava, bambini seduti di fronte alle case cadute. Abbiamo dovuto attraversare pietre, case, animali morti, cercando di andare a sud. Il nostro cuore era a pezzi, non avevamo ancora notizie di Talcahuano e si pensava che l'epicentro fosse molto vicino alla città. Sapevo dentro di me che Daniel era vivo, ma non sapevo in che condizioni si trovava. A volte me lo immaginavo che giocava tra le macerie, altre volte intrappolato sotto le pietre... terribile.
Finalmente giungemmo a Concepcion verso le 6 del pomeriggio, 12 ore dopo il terremoto. La città era un caos, incendi, edifici collassati, gente che rubava. Ma dovevamo attraversarla per arrivare a Talcahuano. A Concepcion, una radio diceva che Talcahuano era sotto 2 metri di acqua e che era impossibile arrivarci, né erano possibili le comunicazioni. Avevamo pensato di nuotare fino alla città dove si trovava nostro figlio ma non ce ne fu bisogno, il mare si era già ritirato. La prima immagine del centro di Talcahuano cercherò di dimenticarla, c'erano alcune barche per le strade (a un chilometro dalla costa), auto sui tetti delle case, petrolio che bruciava... una scena da film apocalittico. 
Finalmente arriviamo sulle colline della città, dove si trovava Daniel. C'era tanta distruzione, gente armata per difendersi dagli sciacalli. Raggiungemmo la casa, finalmente avremmo saputo come stava Danielito, ma il quartiere era tutto raso al suolo. I timori crescevano, starà bene? sarà spaventato? si troverà sotto una di queste case? Ma subito dopo, alla fine della strada, vidi una testolina che mi sembrava familiare. Vidi Danielito in mezzo a un gruppo di persone. Stava bene!!! La casa dove alloggiava era di legno ed era l'unica che si manteneva in piedi. Io non credo in Dio, però ora sto avendo dei dubbi. È stato un vero miracolo. Daniel, nonostante si trovasse nell'epicentro di un terremoto di 8.8 gradi, di un maremoto che aveva investito la città, degli sciacalli, della gente armata, della mancanza di acqua ed elettricità, nonostante tutto stava bene. Mia madre ci venne incontro, la famiglia dove alloggiavano stava bene e ci diede ospitalità per la notte. La solidarietà cilena funzionava ancora. Quella notte dormii come non lo facevo da tempo, abbracciati Julia, Danielito e io. Non sentii scosse di assestamento, tremori, grida, né niente... dormii con un sorriso incredibile. Ero veramente tranquillo. Il viaggio di ritorno è durato 18 ore, ma questo te lo racconto un altro giorno. Per riassumere, stiamo bene. Mia madre a casa sua, noi aggiustando la nostra e Danielito è felice con i suoi genitori. Le cose materiali sono un dettaglio, sono sicuro che il paese saprà andare avanti. Non è la prima volta né sarà l'ultima che il Cile cade, ma sappiamo ricostruirlo. E noi come famiglia andremo avanti. Non esiste niente di così grave in grado di toglierci l'allegria. Puoi vederlo nelle foto, nel mezzo del disastro a 15 ore dal terremoto. Stiamo e staremo bene. 
Saluti da Valparaiso, Cile.
Alejandro

PS: sei il benvenuto, anche se la casa è un po' in disordine.


Sono ritornato a Valparaiso e tutti e tre sono come li avevo lasciati, col sorriso sulle labbra. Le scosse di assestamento continuano, stranamente soprattutto qui al nord, lontano dall'epicentro. Controlliamo su internet le scosse del giorno, dal mio arrivo ci sono state almeno otto scosse, la più alta di 6.1 gradi, quasi un terremoto in sé.
Abbiamo parlato del terremoto, alla fine i morti sono stati meno di quelli che sembravano all'inizio. Alejandro mi dice che a Talcahuano, con la città quasi rasa al suolo, i morti sono stati solo 8. La maggior parte dei danni li ha fatti il maremoto. La cosa più triste e inaspettata sono stati gli atti di sciacallaggio. L'occasione fa l'uomo ladro, si dice, ma una cosa è quando lo si diventa per necessità, un'altra quando si sventrano le saracinesche dei negozi per rubare casse di vino, materiale elettronico, persino una lavatrice e un tavolo da cucina. Ma, come diceva Alejandro, la solidarietà cilena funziona e la marcia di teleton ha raccolto il doppio della cifra prefissata, più o meno 45-50 milioni di euro. E la foto a inizio del post è già diventata il simbolo del terremoto e della capacità dei cileni di rialzarsi.

Queste qui sotto, invece, sono un po' di foto di Valparaiso, scattate prima di partire per l'Isola di Pasqua.

9 commenti:

  1. Impresionate il raconto del tuo amico Alejandro! Si fa di tutto quando di famiglia si tratta, ma non tutti fanno quello che ha fatto il tuo amico.
    Meno male che al meno le persone che avete conoscuto là stanno bene, al meno un po di alegria tra tante tristeze.
    Ho una cuggina che viaggia speso a Santiago per motivi di lavoro, ma quei giorni si trovava a Cordoba.

    Saluti a tutti quanti.
    PS: ti sei perso le famose milanese della mia mama!!!

    Pablo

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  2. Come sai sono stato very busy and without internet in the last few weeks...

    Per cui provvedo ai commenti in questo post, ma sono riferiti ai post precedenti.

    Non li scrivo nei post appositi perche` molte persone (il sottoscritto in primis) non vanno a leggersi piu` i commenti ai post precedenti.

    Inoltre ne scrivero` piu` di uno, perche` se qualcuno vede un commento lunghissimo, col cazzo che lo legge :)

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  3. Post "L'ombelico del mondo":

    Post super bellissimo ma con una leggerissima ma imperdonabile imperfezione:)

    Cito: "La cerimonia annuale prevedeva una gara tra gli hopu, i rappresentanti dei capi di ogni tribù, per ottenere il primo uovo di manutara, un uccello tipico della flora dell'isola che nidificava sull'isolotto di Motu Nui."

    Da quanto in qua gli uccelli fanno parte della fckng flora????

    Ahahah bella amiccc

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  4. Post "Paura e delirio ad Hanga Roa"

    Bellissimo il resoconto dei personaggi incontrati sull'isola, ma non avresti dovuto tirarmi in ballo con la richiesta della definizione di signoraccia...cerco di essere il meno scurrile possibile, onde evitare di essere per sempre bannato dal tuo blog per turpiloquio.

    Signoraccia e` una donna che ha rigorosamente compiuto i quarant'anni di eta`, e vuole dimostrarli tutti, facendoti capire con un semplice sguardo tutta la propria esperienza con l'altro sesso in particolare, con il sesso in generale. E` il sogno erotico degli adolescenti, o anche di coloro che continuano a vivere la propria eta` adulta in perenne puberta`. L'essere prosperosa ed esuberante e` requisito necessario ma non sufficiente, perche` la vera signoraccia...
    si riconosce dalla faccia!

    :)

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  5. La storia di Alejandro e Julia e` davvero emozionante e fortunatamente le emozioni che suscita sono molto positive...anche se non li conosco mi hai reso felice per loro...

    Per quanto riguarda il couchsurfing...vedremo se al tuo ritorno (se e quando e dove cazzo ritornerai), metterai anche tu a disposizione il tuo divanaccio per qualche vagabondo puzzolente come te :)

    Tutte le foto che stai facendo sono bellissimerrime!

    Ciao!

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  6. @ Pablo, vorrà dire che me le cucinerai tu la prossima volta che ci vediamo :P

    @ Pax, ahahahah, ma non hai capito niente, Flora è la custode dell'isola, mi aveva invitato a cena ad assaggiare uno dei manutara :D
    Ho già cambiato, grazie per la descrizione della signoraccia, questa era sul viale del tramonto perché aveva un figlio da accudire... Per il couchsurfing posso anche solo offrire un caffè o un giro per la città se quando e dove cazzo tornerò...

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  7. Tra l'altro, parlando di foto, non so se hai notato il particolare sulla schiena della donna nel murales XD

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  8. bella la storia. Sembra quasi un libro!!
    avventure, incontri, aneddoti, persone, luoghi, eventi.....

    una bella dose di "sognamento" ce l'hai data anche oggi
    :)

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  9. E se non mi trovo il tuo commento dopo un post non pubblico quello successivo ahahah

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Ci muoviamo a scrivere questo commento? Non è che posso aspettare tutto il giorno... e firmati, CRIBBIO!