venerdì 12 marzo 2010

Paura e delirio ad Hanga Roa


Solo un altro sballato in un mondo di sballati.
                  - Raoul Duke 

Chi ha visto il film Paura e delirio a Las Vegas non potrà far altro che constatare la mia somiglianza con Johnny Depp-Raoul Duke (!). È stata una strana vacanza, questa sull'Isola di Pasqua. Programmata come la settimana più rilassante e vacanziera di tutto il viaggio, è stata rovinata dall'imprevedibile legge di Murphy per cui "se qualcosa può andar storto, lo farà". Giornate surreali si sono avvicendate ad avvenimenti ancora più surreali nel villaggio di Hanga Roa. E, prima che vi vengano dubbi infiniti, infondati e infantili, le similitudini con il film finiscono qui: niente viaggi, acidi o droghe pesanti, checché ne possano dire i miei cari ex colleghi di lavoro, che saluto con affetto.
Da dove comincio? Direi dal personaggio della settimana, Shale Hrvoje Salkovic. Si presenta cosi, "I'm a famous writer, and I've got wheels", è uno scrittore famoso e ha una dueruote, ecco perché qui al Kaimana Inn lo rispettano e lo trattano come cliente privilegiato. Croato di Zagabria, sulla trentina (non metto l'età precisa per rispetto nei suoi confronti), scrittore di professione con cinque o sei romanzi alle spalle, premio romanzo croato dell'anno, giornalista occasionale, reporter terremotato d'eccezione, pazzo scatenato per passione, viaggiatore per maledizione, ubriacone per amicizia. È nel mio stesso ostello (bella forza, è anche l'unico) ma ci conosciamo al Kaimana Inn, l'unico ristorantino che sia il mio stomaco sia il mio portafogli riescono a digerire. In realtà, mi spiega, la Croazia è un buco, la dueruote è lo scooter che ha affittato per andarsene a zonzo sull'isola e qui lo trattano bene perché è già alla quinta birra. Non spiccica una parola di spagnolo, a meno di non considerare le sue imitazioni delle telenovelas sudamericane, famose anche nel suo piccolo paese. Passiamo una serata tra corone con limone e le risate sullo scampato tsunami che avrebbe dovuto sommergere l'isola. Il maledetto terremoto gli fa perdere la coincidenza aerea per andare in Antartica, ma forse non ci saremmo divertiti allo stesso modo se l'avesse presa. Al ritorno in ostello ci uniamo al resto degli scampati terremotati ed è qui che ti tira fuori la chicca che non ti aspetti: la miglior scusa per assumere droghe. Dice, se un giorno avrò dei figli, voglio guardarli dritto in faccia quando ritornano dalla discoteca. E allora, grazie alla mia esperienza, saprò subito se i loro occhi dicono acido, estasy o canapa. Come con Fantozzi e il famoso lungometraggio della corazzata Potemkin, 92 MINUTI DI APPLAUSI ininterrotti e a scena aperta da parte degli astanti. Non mi aspettavo di meno da uno che porta sempre in valigia i tipici vestiti di Raoul Duke da dieci anni, e soltanto per scattare foto vestito in quel modo: Raoul Duke alle piramidi, Raoul Duke al Gran Canyon, Raoul Duke sotto la Statua della Libertà. Credo proprio che raccoglierò il suo invito a Zagabria, prima o poi. Leggenda.

Poiché sono buono e non voglio riempirvi di parole, vado brevemente a elencarvi gli altri avvenimenti degni di nota.
L'accento del principe Carlo. Le prime persone che conosco in ostello sono una giovane coppia inglese di Londra. L'accento della capitale somiglia molto alle imitazioni italiane del principe Carlo e io che ho speso tre anni tra Manchester e Dublino, ossia due tra le peggiori città per imparare un buon inglese, fatico a capire anche quando mi chiedono di passargli lo zucchero a colazione. Il massimo è quando uno dei due fa una battuta a cui mi trovo costretto a ridere sperando che non mi facciano domande specifiche. Resteranno nella memoria i tentativi di discussione tra Ian, l'inglese, e Tomoyuki, il giapponese, fino alle due di notte, cercando di capirsi a vicenda.
Matusalemme. Uno degli ospiti dell'ostello è un giovincello olandese di cui siamo riusciti a scoprire poco, principalmente perché nessuno riusciva ad andare a parlargli senza scoppiare a ridere. Lo so, siamo stati cattivi col povero bicentenario (come minimo, guardare foto per credere), ma era diventata un po' la mascotte dell'ostello, un mito vivente (non si per quanto ancora) per i viaggiatori di ogni nazione. Nessuno dimenticherà mai il buon vecchio matusa andare in giro come un fantasma alla ricerca di Barbara, la receptionist dell'ostello, per farsi spiegare per la millesima volta il millesimo dubbio che l'assaliva.
La ragazza che scompariva. Di Tomoyuki, e del suo modo di svegliarmi la mattina del terremoto, ho già scritto. Ma non è stato l'unico giapponese a dare soddisfazione in quanto era presente anche una ragazza giapponese di cui non ricordo il nome e che chiamerò convenzionalmente Kaori (scusate il qualunquismo, ma il blog è mio e ci faccio quello che voglio). Pensando non ci fosse nessuno in camera, le sue compagne di stanza avevano acceso la luce, iniziato a fare baccano, a parlare ad alta voce, ad appoggiare vestiti sul suo letto. La mattina successiva l'amara verità: Kaori dormiva sotto le coperte ed era talmente piccola ed esile che nessuno si era accorto fosse effettivamente presente nella stanza. Siccome i giapponesi hanno un po' questa sindrome a non voler mai disturbare, lei si è guardata bene dal far notare alla compagne europee e chiassose la sua presenza, accettando di buon grado tutta la roba che le veniva tirata addosso.
Il coltivatore. Nel primo giorno disponibile decido di percorre il sentiero dell'antico rito del tangata manu. In cima al vulcano, alla fine del sentiero, incontro Sebastian il guardaparchi. Mi intrattiene piacevolmente per mezzora sulle attrazioni locali, fino a quando gli chiedo come posso raggiungere la parte nord-orientale dell'isola. Lo sguardo cambia e diventa più sospettoso. Mi dice che è pericoloso e che è meglio non andarci. Approfondisco, me lo lavoro ai fianchi (dialetticamente parlando) fino a che non mi svela il misterioso segreto: quella parte dell'isola è dedicata alla coltivazione di marijuana!
Il Celentano isolano. Nel film "Segni particolari, bellissimo", Adriano Celentano, per nulla impensierito dallo sbruffone che impenna con la moto, riesce a impennare con l'auto. Non ci crederete, ma ho visto un tizio impennare con una gru, di quelle piccoline che usano nei supermercati per spostare i pacchi. Non solo non mi trovavo nella zona a coltivazione diretta dell'isola (vedi sopra), escludendo quindi ogni visione, ma ero anche in compagnia della coppia inglese, che ha visto la stessa identica scena.
Il mezzo di locomozione che non c'è. Poiché sull'isola non esistono autobus, l'unico modo per visitarla tutta è affittare un mezzo. L'auto era fuori discussione, non ho portato con me la patente. Provo con lo scooter, ma qui la legge cilena mi frega: anche per quello serve la patente. Triste per le mie ginocchia, chiedo una bicicletta. Mi sento rispondere che anche per affittare una bici c'è bisogno di una carta di credito come deposito (io ho solo una carta prepagata). Ho dovuto girare mezzo villaggio per trovare infine una signoraccia disposta ad affittarmi la sua bicicletta per 24 ore. (Per la definizione di signoraccia, onde evitare dubbi, pregherei il caro amico Paci di fornire una veloce spiegazione nei commenti.)
E ora, è giunto il momento che tutti voi aspettate sempre con ansia, la rubrica "Non sparate sulla croce rossa". Devo ammettere che l'isola si è mostrata terreno fertile, con addirittura tre esemplari di VECCHIO (per i nuovi arrivati sul blog, consultare la prima puntata della rubrica, utilizzando l'apposita etichetta a sinistra, per la definizione di vecchio).

Vecchio numero 1 - La coppia di turisti americani. Lei: arcigna e autoritaria, lui: totalmente succube della moglie, è chiaro che aspetta solo la morte (sua o della consorte) per riguadagnare la libertà perduta. Lei: mi osserva nei miei tentativi di foto stupide con i Moai. Lui: inizia a presagire le mosse della moglie. Non appena mi tolgo dalle scatole, scatta l'ordine perentorio al marito: Fallo anche tu, Tom. MUOVITI. Il povero Tom ciondola fino a un testone di Moai e si mette in posa come se stesse spingendo la statua. Lei: vuole la stessa foto, ma invece di far finta di spingere la statua le appoggia le mani addosso, altamente proibito sull'isola, potrebbero anche sparare a vista per una cosa così.
Vecchio numero 2 - La tedesca che non dormiva mai. Ora, questa signora sulla quarantina prenota una stanza in un ostello, di solito pieno di giovani, e pretende di stare in un albergo. Lei vuole dormire, mentre noi ci raduniamo in giardino a bere e chiacchierare. Ci viene "gentilmente" ad avvertire che stava dormendo e che i nostri schiamazzi non fanno altro che svegliarla. Sono le dieci meno un quarto di sera!!! Vecchia dentro.
Vecchio numero 3 - I clandestini. Quando riesco finalmente a farmi mettere su un aereo per ritornare sulla terraferma, trovo il mio posto occupato da uno splendido esemplare femminile di vecchio. Lei e il marito sono passeggeri in transito da Tahiti, mi spiega, e quello era il suo posto già dal precedente volo. Le sue affermazioni non ammettono repliche. Mi tocca fare l'italiano piagnone e andare dalla prima hostess che incontro, un po' come Buffon col guardalinee dopo la testata di Zidane  nella famosa finale mondiale del 2006. Viene fuori che questi due fulmini di guerra non sono passati attraverso la dogana. In breve, sono diretti a Santiago (Cile) e la prima dogana cilena per chi proviene da Tahiti (Francia) è proprio l'Isola di Pasqua. Risultato: al momento risultano clandestini in Cile. Non mancano le inutili quanto patetiche lamentele alla hostess, un po' come i francesi con l'arbitro dopo la testata di Zidane nella famosa finale mondiale del 2006. Amen.

Ordina delle scarpe da golf, o non usciremo vivi da questo posto! 
                 - Raoul Duke

6 commenti:

  1. ..ma indossi gli occhiali da sole di Lapo-Lapo? Sei proprio un italian independent!! Ciao
    Lo zio A

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  2. ale sei troppo bravo! che invidiaaaaaaaaaaaaa però!!!
    un besito!
    anto

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  3. Maroni sarebbe fiero di te per i clandestini che hai scoperto... allora è vero che ci rubano il posto!! Questa è troppo divertente! ;)
    Take care!

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  4. Ci manca solo che ti comporti stile lapo all'incontro Raptors Vs Lakers.. guarda qua se ne hai la possibilità: http://www.youtube.com/watch?v=NnD3DzOF67A

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  5. bellissimo racconto! :D sorela

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  6. @ Zio A, non lo so come si veste Lapo Lapo, ma spero di non somigliargli

    @ Anto, vienimi a trovare, allora :)

    @ Giulia, Maroni è il mio idolo, non dirlo in giro ahahah

    @ Fratima, visto, non sono così coglione per fortuna

    @ Sorela, chissà perché questo t'è piaciuto... farai ancora uso di Viakal? XD

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Ci muoviamo a scrivere questo commento? Non è che posso aspettare tutto il giorno... e firmati, CRIBBIO!