giovedì 27 maggio 2010

L'essenza ultima delle cose - The ultimate essence of things

Molti uomini hanno vita di quieta disperazione: non vi rassegnate a questo, ribellatevi, non affogatevi nella pigrizia mentale, guardatevi intorno. Osate cambiare, cercate nuove strade.
[...]
Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.

- Henry David Thoreau, citato in L'attimo fuggente

E infine eccoci qua. Come cantava l'amico Faber, questo viaggio come tutte le più belle cose è vissuto solo un giorno come le rose. Di giorni ne sono trascorsi 129 per l'esattezza, e mentro li calcolo sul calendario già la forma dello stivale si intravede dal finestrino dell'aereo. Prima della partenza di gennaio mi chiedevo quale fosse la ragione, lo scopo di questo viaggio. Divertirmi? Visitare luoghi da cartolina? Conoscere nuova gente? Forse tutte queste cose assieme. Forse cercavo di scavare a fondo fino ad arrivare a conoscere l'essenza ultima di me stesso. Ho  attraversato cinque paesi, passando da un bus all'altro, da un ostello all'altro, da un nuovo amico all'altro. E sono anche andato alla ricerca dell'essenza ultima di un continente dapprima così lontano e sconosciuto, e ora a me più vicino. E 129 giorni dopo l'ho scoperta nei versi del poeta uruguaiano Mario Benedetti, scarabocchiati su un muro di Quito: "...que en mi pais la gente vive feliz, aunque no tenga permiso", "...perché nel mio paese la gente vive felice, nonostante non ne abbia il permesso."
Ho imparato questo e altre cose.

Ho imparato che la gente dall'altra parte del mondo è straordinariamente simile e allo stesso tempo diversa da noi.
Ho imparato che quando vuoi veramente qualcosa, prima o poi farai di tutto per averla.
Ho imparato che la vita non è un film e che quando finalmente raggiungi quello che vuoi, inevitabilmente hai anche perso qualcosa per strada.
Ho imparato che la curiosità ti fa sentire incredibilmente vivo.
Ho imparato più sulla vita in quattro mesi di viaggio che in quattro anni di università.
Ho imparato che ogni arrivo è sempre un nuovo punto di partenza. Chissà, forse per un nuovo viaggio, da qualche altra parte nel mondo, in un'epoca prossimo-futura.

I più attenti si staranno chiedendo se ho scoperto anche l'essenza di me stesso. Con tutta probabilità l'ho sempre portata con me, nei versi di una canzone che è diventata la colonna sonora di questo viaggio (e che spiega il perché del fotomontaggio iniziale, opera dell'amico Tommaso), una canzone che è ciò che più somiglia a un pezzo di paradiso in note musicali.



Eddie Vedder, Rise
Così va il mondo
Non puoi mai sapere
Dove mettere tutta la tua fede
E dove ti porterà

Mi solleverò
Bruciando dei buchi neri nei ricordi bui
Mi solleverò
Trasformando gli errori in oro

Così passa il tempo
Troppo veloce da domare
Improvvisamente ingoiato dai segni
Ma guarda un po'

Mi solleverò
Troverò la mia direzione magneticamente
Mi solleverò
Giocherò il mio asso nella manica

Ma la vera risposta, ancora una volta, è arrivata solo verso la fine del viaggio. Sull'aereo di ritorno dalle Galapagos, scartando il mio pranzo, un foglietto all'interno aveva questo aforisma stampato sopra: Le persone raramente raggiungono il successo a meno che non si divertano nel fare ciò che stanno facendo. Il cerchio si chiude, tutto torna.

Siamo giunti ai titoli di coda di questo blog, e quali titoli migliori dei nomi di tutte le persone che ho conosciuto lungo la strada? O almeno di tutte quelle persone che, chi per una chiacchierata di un'ora, chi per una settimana di viaggio assieme, hanno condiviso con me il loro tempo e le loro anime, lasciando un'impronta invisibile ma indelebile su questo viaggio. In ordine più o meno cronologico, un grazie a Felipe, Gabriela, Pablo, Hugo, Sebastian, Alberto, Virginie, Ingrid, Mariana, Liu, Jorge, Mario, Jessica, Mel, Georgie, Charlie, Mariano, Ezequiel, Simone, Miguel Angel, "Tio" Miguel, Massimo, Sergio, "Gimondi", Jose, Yennifer, Dan, Allison, Griffin, Laura,Tal, Wes, Nora, Brand, Thomas, Manuel, Charlotte, Diego, Sam, Angie, Ben, Stacey, Claudia, Beat, Ivan, Alejandro, Julia, Danielito, Gulcan, Emilie, Jean Baptiste, Don Arturo, Catharina, Roberto, Francisco, Ian, Laura, Sebastian, Tomoyuki, Shale, Danielle, Osa, Carlos, PAmela, Enrike, Karina, Javier, Francisco, Samantha, Matt, Miguel, Haness, Enrico, Sam, Eva, Victor Hugo, Fortunato, Jay, Shalini, Laura, Anna blonde, Anna black, Sandra, Jacky, Borchart, Harry, Terry, Paul, Susannah, "Superman" Ricardo, Thomas, Mariano, Jose, Edgar, Martin, Don Tomas, Adrian, Rodolfo, Moncho, Laura, Yohan, Dylan, Astra, Henning, Stephen, Jack, Javier, Washington, Lucibel, Juan, Emily, Alexandra, Jose "Chuculun", Tito, Pepe, German, Gregory, Claire, Eva, Ana, Christine, Ryan, Alfonso, Roy, Jacqueline, Jorge.

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And so here we are. As Fabrizio De Andrè used to sing, this journey, like the most beautiful things, lived just a day, like roses. 129 days have gone by, to be precise, and while I'm calculating them on the calendar already the shape of Italy appears in sight from the airplane window. Before leaving in January I was wondering what was the reason, the purpose of this journey. To have fun? To visit postcard places? To meet new people? Perhaps all these things together. Perhaps I tried to dig deeper to get to know the ultimate essence of myself. I went through five countries, from one bus to another, from one hostel to another, from a new friend to another. And I even went to search for the ultimate essence of a continent, at the beginning so far and unknown, and now a bit closer to me. And 129 days later I discovered it in the verses of the Uruguayan poet Mario Benedetti, scrawled on a wall in Quito: "...que en mi pais la gente vive feliz, aunque no tenga permiso", "...cause in my country people live happily despite not having permission."
This and other things I learned.

I learned that people on the other side of the world are remarkably similar, yet different from us.
I learned that when you really want something, sooner or later you'll do anything for it.
I learned that life is not a movie and that when you finally reach what you want, you have also inevitably lost something along the way.
I learned that curiosity makes you feel incredibly alive.
I learned more about life in a four-month trip than in four years at university.
I learned that every arrival point is always a new starting one. Who knows! maybe a new journey, somewhere else in the world in the near-future.

The most focused among you will be wondering if I also discovered the essence of myself. In all probability I have always carried it with me, in the lines of a song that became this journey soundtrack (and that explains the initial image, work of my friend Tommaso), a song that looks like a little piece of Heave in musical notes.



Eddie Rise
Such is the way of the world
You can never know
Just where to put all your faith
And how will it grow

Gonna rise up
Burning black holes in dark memories
Gonna rise up
Turning mistakes into gold

Such is the passage of time
Too fast to fold
And suddenly swallowed by signs
Low and behold

Gonna rise up
Find my direction magnetically
Gonna rise up
Throw down my ace in the hole

But the real answer, once again, came only towards the end of the journey. On the plane returning from the Galapagos, unfolding my lunch, I found a piece of paper inside it with this aphorism printed on: People rarely succeed unless they have fun in what they are doing. The circle is closing, it all comes back.

We've eventually come to the end credits of this blog, and which credits better than the names of all the people I met along the way? Or at least all those people who, for an hour chat or for some weeks of traveling together, have shared with me their time and their souls, leaving an invisible but indelible  mark on this trip. In more or less chronological order, thanks to Felipe, Gabriela, Pablo, Hugo, Sebastian, Alberto, Virginie, Ingrid, Mariana, Liu, Jorge, Mario, Jessica, Mel, Georgie, Charlie, Mariano, Ezequiel, Simone, Miguel Angel, "Tio" Miguel, Massimo, Sergio, "Gimondi", Jose, Yennifer, Dan, Allison, Griffin, Laura,Tal, Wes, Nora, Brand, Thomas, Manuel, Charlotte, Diego, Sam, Angie, Ben, Stacey, Claudia, Beat, Ivan, Alejandro, Julia, Danielito, Gulcan, Emilie, Jean Baptiste, Don Arturo, Catharina, Roberto, Francisco, Ian, Laura, Sebastian, Tomoyuki, Shale, Danielle, Osa, Carlos, PAmela, Enrike, Karina, Javier, Francisco, Samantha, Matt, Miguel, Haness, Enrico, Sam, Eva, Victor Hugo, Fortunato, Jay, Shalini, Laura, Anna blonde, Anna black, Sandra, Jacky, Borchart, Harry, Terry, Paul, Susannah, "Superman" Ricardo, Thomas, Mariano, Jose, Edgar, Martin, Don Tomas, Adrian, Rodolfo, Moncho, Laura, Yohan, Dylan, Astra, Henning, Stephen, Jack, Javier, Washington, Lucibel, Juan, Emily, Alexandra, Jose "Chuculun", Tito, Pepe, German, Gregory, Claire, Eva, Ana, Christine, Ryan, Alfonso, Roy, Jacqueline, Jorge.
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domenica 23 maggio 2010

...Non ha prezzo - ...Priceless



Ci sono piccole cose che, per un motivo o per l'altro, non sono finite nel blog. Di recente mi sono riunito con un viaggiatore conosciuto in Argentina qualche mese fa e abbiamo speso un paio d'ore ricordando i vecchi tempi (!). Mi ero totalmente dimenticato di un episodio molto divertente che ci era capitato. Eravamo appena arrivati a Salta dopo 24 ore di autobus. Comprensibile che fossimo stanchi, e infatti ce ne andammo a dormire alle 10. Una ventina di minuti più tardi, poco prima di entrare definitivamente nella fase REM, fa il suo ingresso nel dormitorio dell'ostello un signore sulla sessantina. Barba lunga, capelli radi, occhialetti rotondi da intellettualoide, è uno straordinario incrocio tra Charles Darwin e Babbo Natale. Azioni rapide e mirate, inizia a prepararsi per andare a letto: si toglie il cappello, ripone gli occhiali sul comodino, sbottona camicia e pantaloni. Proprio nel momento in cui mi aspetto indossi il suo pigiama, o qualcosa di simile, il nonnetto sorprende tutti e si toglie anche le mutande, andando a letto come natura lo ha creato, tanto tanto tempo fa. La scena si ripete per tutte e quattro le notti passate in quell'ostello, facendo guadagnare al simpatico amico il soprannome di "brutto uomo nudo del letto di fronte", dalla serie televisiva Friends.
Questo articolo, scritto prendendo in prestito lo slogan della pubblicità mastercard, è per poter ridere di (quasi) tutte le disavventure capitatemi in questo viaggio. Sicuramente molti di questi ricordi sono già andati perduti nei vicoli ciechi della mia memoria, ma almeno qualcuno sono riuscito a salvarlo.

Camminare fino al punto panoramico di Arequipa, Perù, e sentirsi suonare da un musicista di strada la colonna sonora del Padrino non appena arrivo... Non ha prezzo!
Trovarsi in mezzo al mercato di animali di Otavalo, Ecuador, schivare un maiale impazzito, ammirare il simpatico suino attaccare l'amico German alle caviglie, mandandolo KO, e ridere fino a schiattare assieme a tutta la gente presente sul posto... Non ha prezzo!
Dar da mangiare a una tartaruga gigante e aspettare una decina di minuti prima che alzi la testa verso la foglia... Non ha prezzo!
 
Abbronzarsi all'equatore sul tetto del Flamingo, la mia imbarcazione alle Galapagos, tra i nostri panni stesi ad asciugare, ancorati a due passi dallo yacth del National Geographic da 1000 dollari al giorno... Non ha prezzo!
Indirizzare una cartolina a me stesso usando il più vecchio sistema postale del Sudamerica a Post Office Bay, sull'isola di Floreana, Galapagos, e sperare che qualche altro turista che viva nelle mie zone possa un giorno andare alle Galapagos e riportarmela indietro... Non ha prezzo!
Andare a vedere Milan-Juve in un bar di Quito e stimare gli ecuadoriani che esultano come matti al terzo gol dei rossoneri... Non ha prezzo!
Andare in giro come una barzelletta: ci sono un francese, uno spagnolo e un italiano... Non ha prezzo!
Andare in giro con tre stupidi soprannomi: ci sono un baguette, un conquistador e uno spaghetti... Non ha prezzo!
Trovarsi con macchina fotografica accesa proprio nel momento in cui un condor sorvola la mia testa nel Canyon del Colca... Non ha prezzo!
Sfidare a una partita a biliardo in ostello due ragazzini canadesi e scoprire, cinque sconfitte dopo, che la loro famiglia costruisce tavoli da biliardo da tre generazioni... Non ha prezzo!
Arrivare nell'ostello a Quito e scoprire che ogni lunedì, mercoledì e venerdì ci sono 12 litri di cuba libre gratis... Non ha prezzo!
Uscire dopo aver terminato i 12 litri, essere avvicinati dal pusher di quartiere per venderci marjuana, rifiutare gentilmente, prendere il tizio per il culo da dietro, farsi vedere dai suoi amici, rientrare in ostello e uscire dal retro per non farci pestare a sangue... Non ha prezzo!
Scattare una foto nella metà del mondo sulla linea equatoriale, con un piede nell'emisfero australe e l'altro nell'emisfero boreale... Non ha prezzo!
Apprendere che quando hanno costruito il monumento al centro del mondo, con annessa simbolica linea equatoriale, ancora non si sapeva che in realtà l'equatore è 300 metri più a nord... Non ha prezzo!
Cercare di fare il turista e trovarsi questo cartello davanti a una chiesa: "La Vergine degli Angeli ci ha chiesto di chiudere la cappella perché non riesce più a sopportare la puzza di urina e feci"... Non ha prezzo!
Sentirmi epicamente bastardo e politicamente scorretto dentro mentre rido del cinese che vomita dietro di me e della giapponese che, ben peggio, si lascia andare fisicamente per la paura di volare su un piccolo Cessna mentre sorvoliamo le linee di Nazca, non riuscendo che a scattare soltanto una decina di foto in due... Non ha prezzo!
Lasciarmi quasi andare fisicamente anche io sul bus Otavalo-Quito, dove l'autista è un pazzo che sorpassa in curva un altro autobus mentre ce n'è un altro ancora venire dalla direzione opposta, e sentirsi come il povero pilota in mezzo allo storico sorpasso di Hakkinen a Schumacher... Non ha prezzo!
 
Trovarsi su una barca in Cile in un mare in tempesta, andare in bagno a vomitare, accorgersi che un tizio dai capelli lunghi lo sta già facendo e con il suo amico che lo tiene per la coda di cavallo per centrare il water... Non ha prezzo!
Girare per strada con un amico francese, essere fermati da una signora che si meraviglia del nostro buon spagnolo e ci chiede da che parte del mondo veniamo, rispondere che siamo due fratelli argentini (tutti e due capelli biondi occhi azzurri) e godere della sua faccia... Non ha prezzo!
Inviare un'email all'emittente ecuadoriana Canal Uno, dove lavora come telecronista Byron Moreno (vi ricordate di Byron Moreno?) per chiedere un incontro con l'ex arbitro per una foto ricordo, giurando che non  lo faccio per polemizzare 8 anni dopo e non ricevere nessuna risposta... Non ha prezzo! 
Trovarmi a scrivere questo articolo in un internet point chiassoso, infestato da ragazzini molesti che giocano tra di loro a Quake IV, unirmi alla partita online a loro insaputa e farli fuori uno dietro l'altro, arrivandogli alle spalle e tritandoli con la lama rotante... Non ha prezzo!

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There are small things that, for one reason or another, didn't end up in the blog. I recently had the chance to see again a backpacker met in Argentina a few months agoand to spend a few hours recalling the old days (!). I had totally forgotten about a funny episode that happened to us. We had just arrived in Salta after a 24 hours bus ride. Understandably we were tired, and in fact we went to bed at 10 pm. Twenty minutes later, just before entering the REM stage, a gentleman in his sixties makes his appearance in the dormitory of the hostel. Long beard, sparse hair, intellectual round glasses, he's a unique cross between Charles Darwin and Santa Claus. Quick and targeted actions, he begins to prepare to go to bed: he takes off his hat, puts his glasses on the night table, unbuttons his shirt and trousers. Just when I expect him wearing his pajamas, or something similar, the granpa surprises everyone and takes off his pants, going to bed as nature created him looong time ago. The scene is repeated for all the four nights I stayed in that hostel, giving our nice old friend the nickname of "ugly naked guy of the bed across", from the TV series Friends. 
This article, written after the Mastercard ads slogan, exists in order to laugh at (almost) all the misadventures happened in this journey. Certainly, many of these memories have already been lost in some blind alley of my memory, but at least I managed to save some of them.

Walking up to the viewpoint of Arequipa, Perù, and listening to a street musician starting playing the Godfather theme in the exact moment I get there... Priceless!
Being in the middle of the animal fair in Otavalo, Ecuador, dodging a crazy pig, admiring the cute swine attack my friend German on the ankles, knocking him down, and rolling on the floor laughing together with all the local people on site... Priceless! 
Feeding a giant turtle and waiting ten minutes before it raises its head towards the leaf... Priceless!
Sunbathing at the equator on the roof of the Flamingo, my Galapagos boat, among our clothes hanging to dry, anchored a stone's throw from the $ 1000 per day National Geographic yacht... Priceless!
Addressing a postcard to myself using the oldest postal system in the whole South America at Post Office Bay, Floreana Island, Galapagos, and hoping that some other tourist from my areas will one day go to the islands and bring me back the postcard... Priceless!
Going to watch AC Milan-Juventus in a bar of Quito and appreciate the Ecuadorian fans cheering like madmen after the third goal scored by Milan... Priceless!
Going around as if we were a joke: there are a Frenchman, a Spaniard and an Italian... Priceless!
Going around with three stupid nicknames: there are a baguette, a conquistador and a spaghetti... Priceless!

Finding myself with the camera turned on right when a condor flies over my head in the Colca Canyon... Priceless!
Challenging to a game of pool in the hostel two Canadian kids and discovering, after the fifth defeat, that their family builds pool tables for three generations... Priceless!
Arriving at the hostel in Quito only to discover that every Monday, Wednesday and Friday there are 12 free litres of cuba libre for the guests... Priceless! 
Going out after drinking the 12 litres, being approached by the neighborhood drug dealer, politely refuse his merchandise, take the piss of the guy from behind, being seen by his friends, going back into the hostel and going out again from the backyard to prevent them to beat the crap out of us... Priceless!
Getting a picture in the middle of the world on the equatorial line, with one foot in the southern hemisphere and the other one in the northern hemisphere... Priceless!
Learning that when they built the monument in the middle of the world, together with a symbolic equatorial line, yet no one knew that in reality the equator is 300 metres north... Priceless!
Trying to be a tourist and finding this sign outside a church: "Our Lady of the Angels asked us to close the chapel because She can no longer endure the stench of urine and feces"... Priceless!
Feeling epically bastard and politically incorrect within while laughing at the Chinese guy vomiting behind me and at the Japanese girl who, much worse, let go physically for fear of flying on a small Cessna over the Nazca lines, taking only  some ten pictures between the two of them... Priceless! 
Almost letting myself go phisically as well on the Otavalo-Quito bus, where the driver is a madman who overtakes another bus while there is another one yet to come from the opposite direction, and feeling like the poor driver in the middle of the historic Hakkinen Schumacher overtaking... Priceless!
Being on a boat in a stormy sea in Chile, going to the bathroom to throw up and realizing that a guy with long hair is already puking, with his friend holding him from the ponytail, in order to better aim the toilet... Priceless!
Fooling around with a French friend, being stopped by a lady who is surprised by our good Spanish and asks us which part of the world we come from, answering that we're two brothers from Argentina (both of us being blond haired and blue eyed) and enjoying her face... Priceless!

Sending an email to the Ecuadorian TV station Canal Uno, where Byron Moreno (do you remember of Byron Moreno?) now works as a broadcaster, asking for a meeting with the former referee for a souvenir picture, swearing that I don't do it to argue 8 years after on his refereeing and not receiving any answer... Priceless!
Finding myself writing this article in a loud internet point, infested by annoying kids who play together Quake IV, joining their game online without them noticing and kill'em all one after another, coming up from behind and grindind them with the rotating blade... Priceless!


mercoledì 19 maggio 2010

Le Galapagos - The Galapagos



In questi ultimi quattro mesi di blog non mi sono mai trovato in difficoltà come ora su cosa, come, quanto scrivere. Tutti i racconti di viaggiatori già transitati per le Galapagos si sono rivelati veritieri: se il paradiso esiste, questa deve essere la sua miniatura sul nostro triste pianeta. La quantità di specie di animali presenti su queste isole attraversate dalla linea equatoriale è impressionante. Quello che colpisce degli animali è la loro insolita mitezza, come aveva notato anche lo scopritore dell'isola, un vescovo panamaense che arrivò qui per caso in seguito a una tempesta. Camminiamo letteralmente tra tartarughe e fregate; osserviamo (e, da malati, fotografiamo) cavallette e albatross accoppiarsi; possiamo addirittura addormentarci in mezzo a una colonia di leoni marini in attesa che la lancia ci  venga a riprendere sulla spiaggia (aehm!); ci immergiamo  per creare bolle di ossigeno che i cuccioli di leone amano far scoppiare, stando attenti alle nostre teste; nuotiamo tra le pinne degli squali. Sì, squali. Esemplari innocui di squalo pinna bianca del reef che si cibano di pesci più piccoli e crostacei, ma il maledetto Steven Spielberg ha deciso di rovinarci la digestione nel preciso istante in cui ha girato "Lo squalo". Quando ti passa un pescione di due metri sotto lo stomaco è un po' difficile fermarsi a salutarlo.  

Ringraziamenti speciali:
Grazie a Elise, della CarpeDM Adventure, per aver dimostrato una pazienza sovrumana in tutte le email che ci siamo scambiati per oltre un mese per organizzare la mia avventura alle Galapagos, e grazie per essersi fidata di me sul pagamento. Santa.
Grazie ad Alfonso, la nostra espertissima guida di livello 3 che, se solo glielo avessimo chiesto, avrebbe potuto dirci anche quanti peli nel naso ha un leone marino adulto. Senza di lui ci saremmo annoiati. Tuttologo.
Grazie a mio fratello per avermi prestato il denaro per pagarmi le Galapagos. Sfortunatamente, il trasferimento online con le poste italiane non ha funzionato, ho dovuto fare altrimenti. Chissà se rivedrà mai più quei soldi. Sfortunello.
Grazie al mio amico Paci, senza il suo piccolo prestito non avrei potuto pagarmi le Galapagos online il giorno prima di partire. "Fregno".
Grazie all'equipaggio del Flamingo, aver scelto una barca piccola è stata la più saggia delle decisioni, potendo andare negli anfratti delle isole senza gli yacth da 100 turisti a bordo nei paraggi. Basta guardare la foto a confronto con barche più lussuose perché ispiri subito simpatia. Servizievoli.
Grazie all'amico svedese di cui non ricordo il nome, che è stato sul Flamingo per soli quattro giorni. Che fortuna che avesse il mio stesso modello di macchina fotografica. Ho sfruttato appieno la sua attrezzatura per scattare foto subacquee quel giorno in cui si sentì troppo male per andare a nuotare. E pensare che all'inizio non mi stava nemmeno simpatico. Incompreso.

Alla fine dell'articolo una breve selezione di foto tra le oltre 350 scattate.
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In the last four months of blogging I've never been in trouble as now on what, how, how much to write. All the tales of travelers who had already visited the Galapagos Islands have proved true: if heaven exists, this must be its small-scale model on our sad planet. The number of species on these islands crossed by the equator is impressive. What strikes most is the unusual meek nature of the animals, as noticed by the discoverer of the archipelago, a bishop from Panama who arrived here by accident following a storm. We can literally walk among turtles and frigates; watch (and, being sick, take pictures of) grasshoppers and albatross mating; we can even fall asleep in the middle of a sea lions colony while waiting for the boat to come and pick us up on the beach (AEHM!); we dive and make oxygen bubbles under the water, the ones that the sea lion cubs love to burst, being careful with our heads; we swim between the fins of sharks. Yes, sharks. Specimens of harmless white tip reef shark that feed on smaller fishes and crustaceans, but the goddamn Steven Spielberg decided to spoil our digestion the precise moment he shot "Jaws." When a two meters fish swims right below your belly it's a bit difficult to stop and say hello.

Special thanks:
Thanks to Elise, from CarpeDM Adventure, for her superhuman patience in all the emails we exchanged for over a month to organize my adventure to the Galapagos, and thanks for having trusted me on the payment. Saint.
Thanks to Alfonso, our very expert level 3 guide who, if only we had asked him, could have even told us how many hairs are in the nose of an adult sea lion. Without him we would have got bored. Know-it-all.
Thanks to my brother for lending me the money to pay for the Galapagos. Unfortunately, the online transfer with the Italian posts didn't work, I had to do otherwise. I wonder if he'll ever see that money again. Unlucky.
Thanks to my friend Paci, without his small loan I couldn't have paid the Galapagos trip online the day before leaving. "Fregno" (his catchphrase for "cool").

Thanks to the crew of the Flamingo, choosing a small boat was the wisest of  the decisions, being able to go in the crevices of the islands without any 100 tourists yacht around. Just look at the Flamingo in the picture in comparison to the most luxurious yachts, it simply looks nicer. Helpful.
Thanks to the Swedish friend, of whom I can't remember the name, who was on the Flamingo for only four days. What a luck that he had the same camera model of mine. I made full use of his equipment to take underwater pictures the day he felt too sick to go swimming. To think that at the beginning he didn't even seem that nice. Misunderstood.

Here below a small selection of picture from over 350 taken.

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